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Agrifood e turismo, la Sicilia punta con decisione al Dragone

L'export di food verso la Cina, trainato dagli agrumi, sta crescendo a doppia cifra anche quest'anno, dopo il boom del 2018. Ma la vera carta vincente, giocata dal presidente Xi Jinping, durante la visita a Palermo nel marzo scorso, è quella del turismo. Il punto sulle prospettive lo ha fato oggi la Fondazione Italia-Cina, presentando nel capoluogo il suo rapporto 2019


12/09/2019 15:12

di Antonio Giordano - Class Editori

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L'intervento di Marco Bettin, al centro, al convegno di oggi a Palermo

Ci sono buone opportunità per l’export siciliano in Cina, in crescita già da un anno. Forte della leva che può dare il turismo e sull’onda lunga della visita del presidente Xi Jinping dello scorso marzo e dell’accordo sull’esportazione delle arance rosse, si aprono nuove occasioni di affari per le imprese  dell'isola.

Allo studio c’è anche un collegamento aereo diretto tra Palermo e la Cina per il quale sono già stati presi dei contatti. È quanto emerso stamattina nel corso della presentazione del X rapporto annuale Cesif Cina 2019 nella sede degli industriali siciliani a Palermo.

Nel 2018 il valore complessivo dell’export siciliano è stato di 214 milioni di euro, in aumento del 46,1% rispetto ai 146 milioni dell’anno precedente. Una cifra che è in crescita anche nel primo trimestre del 2019 avendo toccata quota 42,5 milioni in crescita del 10,3% rispetto al 38,5 dello stesso periodo dello scorso anno.

Le prospettive di crescita sono tutte concentrate nel settore dell’agroalimentare, della farmaceutica ma anche del turismo con dei margini di aumento ancora ampi se si considera che l’export totale della Sicilia verso la Cina è una quota di appena l’1,63% rispetto al totale italiano mentre nel 2017 il dato era dell’1,08%.

“Il prossimo sarà l’anno del turismo e della cultura italiana in Cina, un appuntamento istituzionalizzato per sviluppare politiche di settore. Il turismo rappresenta un tramite fondamentale per sviluppare relazioni tra i due paesi”, ha ricordato Marco Bettin, direttore operativo della fondazione Italia Cina.

Da questo appuntamento la Sicilia può partire, capace con le sue bellezze di attrarre sempre più presenze. “Il consumatore cinese apprezza la qualità e la tradizione ma bisogna investire per aumentare in qualità i servizi offerti", ha ricordato Bettin. 

“Sono convinto che questi 300 milioni di cinesi prima o poi arriveranno ma bisogna ricordare come la capacità di attrarre interesse cinese deve essere pianificato a medio lungo termine” ha aggiunto il manager.

Programmazione, dunque, come chiave vincente per riuscire a stabilire solidi legami tra Cina e Sicilia. In questa ottica, inoltre, si inserisce anche la missione organizzata da Sicindustria e da enterprise europe network per l’inizio di novembre a Chengdou. “Oltre ad agro e turismo la Cina è focalizzata sull’innovazione tecnologica ed anche da questo punto di vista c’è tanto spazio per le imprese siciliane”, ha concluso Bettin.

All'inizio dello scorso agosto, Citrip la più grande agenzia di viaggi online dell'Asia ha firmato un protocollo d'intesa con Sicindustria e Confcommercio Sicilia, per portare i viaggiatori d'oltre Muraglia sull'isola.

Con oltre 300 milioni di utenti in Cina, Ctrip si è impegnata a sfruttare le sue piattaforme online e le connessioni con i media per promuovere destinazioni turistiche ed esperienze locali siciliane per una clientela d'alto profilo. Si parla di stazioni balneari e spa termali, percorsi enogastronomici,  itinerari d'arte e di storia.

"Nel 2017 i  turisti cinesi hanno contribuito con 258 miliardi di dollari all'economia globale e 150 milioni di turisti cinesi hanno viaggiato all'estero nel 2018", aveva spiegato Bo Su, responsabile marketing di Ctrip,  "dai ristoranti agli artigiani locali, tutte le aree dell'economia siciliana locale trarranno vantaggio dall'essere parte di questa enorme operazione. Con l'avvicinarsi del 2020, Anno del turismo e della cultura Italia-Cina, ci saranno ampie opportunità".

"L'Italia è già una delle destinazioni più popolari per il mercato del turismo outbound cinese, che è sempre più in crescita", ha aggiunto Bo Sun. 

"Dopo l'incontro che si è tenuto qualche mese fa con il Presidente della Cina, si sono aperte per la Sicilia ampie opportunità che hanno già visto importanti sviluppi e che trovano oggi un'ulteriore e concreta possibilità di evoluzione nel settore del turismo. Compito delle istituzioni, sia statali che regionali, è quello di accompagnare il percorso di collaborazione tra Ctrip e la Sicilia e questo intendiamo fare con il Presidente Musumeci e l'Assessore Messina", aveva ricordato, nell'occasione,  Gaetano Armao, assessore regionale all'economia, rammentando che i primi accordi tra la Cina e l'Isola nel settore turismo risalgono al 2009.

«In questi dieci anni, il settore ha fatto molti passi avanti e oggi la Sicilia è più pronta ad accogliere le proposte che arrivano dai tour operator e dalle imprese cinesi», aveva detto Armao.

Secondo un'indagine del centro studi Cna, nel 2019 il turismo cinese in Italia è destinato a impennarsi, infrangendo il muro dei 6 milioni di presenze, contro i 5 milioni del 2018 e del 2017 e i 4,5 milioni del 2016, anno in cui l'apertura di undici centri per i visti consolari ha facilitato gli ingressi nella penisola. Il gior d0affari generato da questa ondata turistica proveniente dall'Estremo Oriente è previsto raggiunga 1,5 miliardi di euroentro la fine di quest'anno.


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