Il bollettino della crisi dell’approvvigionamento della carne suina, regina nell’alimentazione della popolazione, in Cina continua ad essere grave e sintomatico nonostante lievi segnali di progresso.
Dagli ultimi aggiornamenti emessi dal Ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali, la produzione nazionale è leggermente migliorata ad ottobre dello 0,6% dopo il decremento del 3% del mese di settembre. L’ambizioso obiettivo è quello di ristabilizzare le scorte all’80% rispetto alla situazione di inizio anno.
Interessante è capire come si è arrivati all'inversione di tendenza. Da parte del Ministero e delle Autorità periferiche di 29 province sono stati individuati gli allevamenti con una produzione di almeno 5.000 maiali l’anno e su questi si è intervenuto con norme e provvedimenti sanitari restrittivi per la prevenzione e il controllo della febbre con una certa apertura sulle misure di quarantena.
Un secondo aspetto riguarda l'intensificazione dei controlli anche nelle fasi di trasporto tra le diverse province, una delle cause della diffusione della malattia, per evitare nuovi contagi.
Inoltre la business unit cinese di Walmart ha attivato una collaborazione con alcuni allevamenti per garantire l’approvvigionamento di carni fresche e la cooperazione con produttori danesi per l’importazione in Cina di prodotto destinato alla loro rete di vendita.
Nella filiera della supply chain altre aziende si stanno riorganizzando per la produzione in larga scala per il prossimo anno di mangini per polli e suini.
Ciononostante i prezzi rimangono alti. Qualche giorno fa al Suning Carrefour una confezione di costole fresche, meglio conosciute come costine, veniva venduta a 79 yuan per mezzo chilo, circa 21 euro al chilo.
Nei primi nove mesi di quest'anno, le importazioni di carne congelata sono state di 1,32 milioni di tonnellate con un incremento del 43% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un prezzo base all’ingrosso di 7 euro al chilo, diminuito parzialmente del 16,5% dall’inizio di novembre.
In aggiunta, essendo la carne di pollo la seconda per scelta, è stata permessa l’importazione dagli Stati Uniti per 127 macelli autorizzati, tra cui quelli delle multinazionali Tyson Food, Piligrim’s Pride e Sanderson Farm.
L’importazione era stata sospesa nel 2015 a causa dell’insorgenza della non meno famosa Bird Flu che aveva colpito soprattutto l’area di Hong Kong per poi estendersi in alcuni Paesi del mondo.
Quello che si nota in Cina è la decisionalità nel momento della presenza di un problema endogeno e il Governo centrale, pur consapevole delle difficoltà e delle incertezze epidemiologiche della febbre suina, si muove per offrire soluzioni nell’immediato.
In questa situazione del tutto favorevole per gli esportatori di quel prodotto, l'Italia è in una sofferenza che sta assumendo una connotazione cronica in quanto a partire da una normativa del 2013 relativa agli adeguamenti strutturali degli allevamenti combinato all’incremento dei costi dei mangimi, in particolare quelli importati dall’estero, ha provocato una crisi di settore legata anche alla competitività del prodotto europeo con standards diversi di produttività e di organizzazione.
Il governo centrale cinese ha focalizzato la propria attenzione su allevamenti di oltre 5 mila suini, mentre l’Italia deve rapportarsi agli allevamenti con oltre 500 suini che rappresentano il 10% di tutti gli allevamenti e valgono in termini quantitativi l’88% di tutti i capi presenti sul territorio nazionale, secondol’Associazione Nazionale Allevatori suini.
Ma il problema principale è la stagnante situazione della trattativa in corso tra le parti italiane e quelle cinesi sulla vendita della carne congelata di maiale, solo parzialmente superata da qualche produttore più intraprendente, come la Salumi Martelli .
Il punto di caduta della trattativa riguarda sempre il prezzo d’acquisto ma se il “piatto piange”, potrebbe accadere che l’Italia si trovi fuori dai giochi in un futuro molto vicino.
La complementarietà della struttura suinicola dei due paesi potrebbe portare il beneficio spierato ma ci sono ancora delle difficoltà che stanno facendo ritardare i progetti commerciali italiani, avvantaggiando la concorrenza dei competitori internazionali
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni