Il mondo dell'enelogia italiana conta di ripartire primo Oltre Muraglia. "Auspichiamo che questo autunno l’Italia possa essere la prima a ripartire proprio in Cina, laddove è iniziato con effetto domino il lockdown sull’on-trade del vino" sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. Rinviato al prossimo anno il Vinitaly, il calendario è nella Repubblica popolare è invece ricco di eventi. In programma c'è la prima edizione del Wine to Asia di Shenzhen (9-11 novembre), oltre agli appuntamenti i di Vinitaly Hong Kong (5-7 novembre), e Chengdu.
Marzo spartiacque per il commercio mondiale del vino, con l’Italia protagonista in positivo nei primi 2 mesi del 2020 ma in ritirata a marzo, dopo la fine delle scorte anti-dazi statunitensi e in corrispondenza con l’inizio del lockdown da Coronavirus, emerge dai dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sulle vendite di vino nei Paesi extra-Ue nel primo trimestre 2020.
Nel complesso, le elaborazioni svolte su base doganale segnano un andamento globale a due facce tra i top buyer mondiali. Con gli Stati Uniti che, in previsione dell’aumento dei dazi aggiuntivi, fanno precauzionalmente incetta di prodotto e chiudono il trimestre con le importazioni dal resto del
mondo a +10,9% a valore, mentre la Cina segna un decremento delle importazioni che sfiora il 20% rispetto al pari periodo 2019, per via dell'emergenza sanitaria.
L'’Italia comunque perde di meno in Cina (-13,3%) e guadagna di più negli Usa (+16,8%). Quanto ai competitor, se l’off-trade è un terreno di agguerrita concorrenza con i vini australiani, cileni e statunitensi, la market leader Francia sembra accusare la congiuntura con
maggiori difficoltà rispetto all’Italia, complice l’acuirsi delle difficoltà in Cina (-37,2% nel trimestre), la forte perdita in Svizzera (-24,6%) e la virata in negativo del Giappone. Bene invece, grazie agli sparkling, negli Usa, dove il timore dei dazi al 100% ha fatto lievitare le importazioni di Champagne
a +93%.
Dall'analisi emerge anche una difficoltà per i vini di qualità superiore che sembrano accusare maggiormente la variazione negativa di marzo: in Svizzera il lockdown della ristorazione ha infatti portato a una contrazione del prezzo medio all’import del 14,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, negli Stati Uniti un calo del 10,5%, nella Cina del 9,5%, in Norvegia dell’11,5%. Una tendenza al ribasso, come
riscontrato anche nella gdo italiana con la recente analisi voluta da Vinitaly, che vede in crescita i vini di fascia medio-bassa allo scaffale ma un progressivo ridimensionamento del valore medio alla bottiglia. (riproduzione riservata