Il gas europeo è tornato a correre, ieri mattina, con la Russia che ha chiuso i rubinetti di trasmissione all'Ue. Ma i prezzi hanno perso tutti i guadagni delle ore precedenti quando Gazprom ha reso noto che le forniture alla Cina tramite il gasdotto Power of Siberia, il più grande sistema di trasporto di materia prima nella Russia orientale, hanno stabilito un nuovo record il 31 ottobre ed erano superiori di oltre il 19% su base giornaliera.
I futures sul TTF ad Amsterdam sono balzati fino al 14,5% a 74,25 euro cercando di recuperare lo scivolone di venerdì (-15% a 64,9 euro al megawattora, il valore più basso nelle ultime sei settimane), quando il gigante russo Gazprom aveva dichiarato che intende riempire gli impianti di stoccaggio in Germania e Austria. Il 5 ottobre scorso i prezzi della materia prima hanno toccato il massimo storico di 162 euro in vista di una forte domanda e di scorte ridotte all'inizio della stagione invernale. Ma i valori hanno perso quasi tutto lo slancio (+1,4% a 65,7 euro) quando l'agenzia russa Tass ha pubblicato i dati sulle spedizioni di gas naturale in Cina.
Intanto il petrolio Wti americano è salito di circa l'1% a 84,3 dollari il barile, rimanendo vicino al massimo di sette anni di 85,41 dollari raggiunto la scorsa settimana, grazie alle attese del mercato che l'Opec+ manterrà il progetto di aggiungere solo 400.000 barili al giorno a partire da dicembre durante il meeting di giovedì prossimo. Dal canto suo Saudi Aramco ha registrato un utile nel terzo trimestre di 30,4 miliardi di dollari, in crescita del 158% su base annua e un flusso di cassa più che raddoppiato a 28,7 miliardi.
Quanto al gas europeo, secondo Bloomberg i flussi russi in Germania che attraversano un gasdotto importante hanno invertito la rotta e sono scesi a zero durante il fine settimana. La trasmissione di gas che entra a Mallnow, in Germania, è scesa a zero sabato, secondo i dati del gestore di rete Gascade. Il gasdotto Yamal-Europa stava comunque inviando gas verso Est dalla Germania in direzione della Polonia, anche se a un ritmo inferiore.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, dopo il vertice del Gruppo dei Venti a Roma ha detto alla Tass, l'agenzia di Stato, che la Russia non rispetterà i tempi per raggiungere la neutralità sulle emissioni di C02 entro il 2050 imposti dai Paesi occidentali poiché pensa che questo obiettivo possa essere raggiunto solo dieci anni dopo. Ovvero nel 2060, che è l'obiettivo della Cina, anche se i due Paesi non hanno pubblicato una roadmap su come arrivare nel concreto alla neutralità sull'anidride carbonica entro quella data.
La Russia ha ripetutamente segnalato che aumenterà i flussi verso l'Europa, ma questo deve ancora accadere. Il presidente Vladimir Putin ha ordinato a Gazprom di iniziare a riempire i siti di stoccaggio in Ue dopo l'8 novembre. Lavrov si è detto convinto che la Russia sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo al 2060 perché non è guidata da dichiarazioni populiste, a differenza dei partner occidentali, che una volta si erano impegnati a smettere di usare il gasdotto russo a favore del trading spot sul gas.
«Sapete cosa ne è stato di quest'ultimo», ha osservato ironico Lavrov alla Tass. Infine il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha ordinato di fermare il flusso di gas verso la Spagna attraverso il Marocco nel mezzo di uno scontro diplomatico tra le due nazioni nordafricane. Ha poi ordinato alla compagnia energetica statale Sonatrach di non rinnovare l'accordo con il Marocco. (riproduzione riservata)