Il boom del settore eolico, soprattutto offshore, in Cina sta portano benefici alle aziende italiane di componenti meccaniche fornitrici di questa filiera, tra cui la Bonfiglioli di Bologna, leader mondiale nei sistemi di trasmissione di potenza, 972 milioni di fatturato nel 2019 con oltre 4.400 dipendenti. E presto nel business del mercato cinese potrebbe entrare anche Enel Green Power, uno dei principali costruttori e gestori mondiali di wind farm.
Il settore è in grande espansione, trainato proprio dal mercato cinese e il trend sarebbe solo l'inizio di un lungo percorso. Secondo una delle fonti di settore più autorevoli, il Global Wind Energy Council (GWEC), la capacità delle centrali eoliche offshore a livello mondiale potrebbe aumentare di otto volte entro la fine del decennio, alimentata da un incremento dell’energia pulita guidato dalla Cina.
Il paese del Dragone nel 2019 è arrivato al record di 2,4 GW di nuova capacità eolica offshore installata, davanti al Regno Unito che ha installato 1,8 GW e dalla Germania, che ha aggiunto ulteriori 1,1 GW di capacità offshore. Tuttavia il Regno Unito è ancora la primo posto come mercato per l'energia eolica con un una produzione di 9,7GW, seguito dalla Germania con 7,5 GW, mentre la Cina segue al terzo posto con 6,8 GW, ma secondo gli analsti potrebbe avere approfittato della difficile situazione in Europa per incrementare l'attività in questo settore e diventare il primo mercato al mondo.
La rincorsa al mercato europeo da parte della Cina è partita all'inizio dell'anno scorso quando il governo ha approvato la costruzione di 24 nuovi impianti a largo della provincia di Jiangsu per un investimento totale di circa 18 miliardi di dollari. La nuova tranche di progetti dovrebbe alzare la potenza complessiva installata di 6,7 GW entro la fine di quest'anno.
Alcuni ricercatori hanno stimato, tra l'altro, che l’energia eolica potenziale che potrebbe provenire dai parchi eolici costruiti lungo la costa cinese è di 5,4 volte più grande della domanda di energia attuale proveniente dalle comunità costiere.
Anche per questo Gwec ha previsto che entro la fine del decennio la Cina ospiterà più di un quinto delle turbine eoliche offshore del mondo, pari a 52 GW, mentre la quota del Regno Unito salirà a 40,3 GW.
Entro il 2030, il terzo mercato più grande di energia eolica offshore sarà il Nord America, dove alla fine del 2019 era in funzione una modesta capacità eolica offshore di 30 MW. Secondo il report, quest’ultima dovrebbe crescere fino a 23 GW installati entro il 2030.
Il report ha ha mostrato come il settore eolico offshore stia crescendo più del previsto: potrebbe infatti raggiungere i 234 GW entro il 2030, partendo da un totale globale di poco più di 29 GW registrato alla fine dello scorso anno. Ben Backwell, direttore generale di GWEC, ha affermato che il settore eolico offshore «si sta davvero affermando a livello globale», in quanto i governi di tutto il mondo «riconoscono il ruolo che questa tecnologia può giocare nel dare inizio alla ripresa economica post-Covid».
Gli analisti del centro studi hanno perciò rivisto le previsioni al rialzo di 15 GW dopo la crescita più rapida mai registrata nel 2019, anno in cui le nuove centrali eoliche in tutto il mondo hanno aggiunto ulteriori 6,1 GW al bilancio globale.
Il settore eolico offshore potrebbe creare 900 mila nuovi posti di lavoro a livello globale nel prossimo decennio, o anche di più se i politici utilizzeranno i pacchetti di stimoli economici post-pandemia per accelerare la crescita del settore. Oltre a una ripresa economica “verde”, c'è da considerare che ogni GW di energia eolica offshore ha contribuito ad evitare che 3,5 milioni di tonnellate di biossido di carbonio si riversassero nell’atmosfera e contribuissero quindi alla crisi climatica.
«Nel prossimo decennio vedremo che i mercati eolici offshore emergenti come Giappone, Corea e Vietnam si svilupperanno pienamente e le prime turbine offshore saranno installate in una serie di nuovi paesi in Asia, America Latina e Africa», ha concluso Backwell. (riproduzione riservata)