L'esposizione di Generali in Cina non sarebbe a rischio, secondo il management della compagnia triestina guidata da Philippe Donnet. Durante un recente incontro recente, gli analisti di Jefferies hanno ricevuto assicurazioni riguardo all'esposizione del gruppo verso il paese del Dragone, in particolare per i prodotti di risparmio nell'ambito delle assicurazioni vita, «poiché è uno dei pochi settori per cui siamo preoccupati per il profilo di rischio», hanno precisato gli analisti di Jefferies.
«Le risposte del management sono state rassicuranti, soprattutto per quanto riguardo la corrispondenza tra attivi e passivi, che sembra essere notevolmente migliore rispetto ai concorrenti cinesi locali», hanno affermato gli analisti, precisando che l’esposizione di Generali in Cina, dove la compagnia è attiva da prima della fondazione dell'attuale repubblica, è legata a tre attività: assicurazione vita, assicurazione danni e gestione patrimoniale.
Generali China Life Insurance è stata fondata nel 2002 come joint venture con China National Petroleum Corporation (Cnpc) ed è stata la prima ad essere approvata come assicurazione straniera dopo l'ingresso della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
Con sede a Pechino, ha 16 filiali e una quota di mercato dello 0,4%. Invece, Generali China Insurance Company (Gci), la compagnia di assicurazione danni, è diventata di proprietà al 100% nel gennaio 2024, quando Generali ha acquisito il 51% per 99 milioni di euro da Cnpc Capital in un'asta pubblica. Infine, Generali China Amc, la società di gestione patrimoniale, è stata fondata nel 2013 e, come per Generali China Life Insurance, è una joint venture con Cnpc. Gestisce asset in obbligazioni, azioni e immobili.
A prima vista, l'attività in Cina ha un impatto irrilevante sulla compagnia triestina, con solo 14 miliardi di euro di riserve, supportate da un bilancio ben capitalizzato (con un ratio adeguato a livello di capitale, il 220%). D'altro canto, aggiungono gli analisti, i premi lordi sottoscritti in Asia, principalmente in Cina, costituiscono il 9% del totale del business vita e l'8% dell’utile operativo del settore vita. Inoltre, il Leone ha detto di aver «registrato volumi eccezionali» nel primo trimestre del 2024.
Le preoccupazioni degli esperti di Jefferies riguardavano, in particolare, la redditività e i rischi di bilancio derivanti dalla sottoscrizione di prodotti di risparmio con una scadenza lunga e con garanzie superiori al rendimento del debito sovrano. «Sebbene il management non abbia completamente dissipato le nostre preoccupazioni (i rendimenti rimangono bassi), abbiamo appreso che Generali ha affrontato la questione della corrispondenza tra attivi e passivi, riducendo il disallineamento in modo che le passività siano più lunghe degli attivi di soli 2 anni. Dato che sappiamo che molti concorrenti operano con disallineamenti fino a 8 anni, Generali risulta essere significativamente meno esposta al rischio di reinvestimento», precisano gli analisti di Jefferies.
Gli analisti , durante l’incontro con il management, hanno anche appreso che il regolatore cinese è d'accordo con le valutazione del management, poiché Generali China Life Insurance è una delle poche compagnie estere o non statali ad avere un rating AAA. Il management ha, inoltre, sottolineato che i recenti incontri con il regolatore hanno rassicurato sul fatto che si stanno prendendo provvedimenti per evitare di ripetere gli errori storici commessi in Giappone e in Germania. Inoltre, nel 2026, la Cina adotterà il principio contabile Ifrs 17, che metterà in evidenza la redditività del portafoglio in essere e incentiverà la creazione di valore.
Al contrario, avvertono gli analisti di Jefferies, siamo rimasti delusi nel sentire che l'attività cinese di Generali è relativamente inefficiente dal punto di vista della normativa Solvency II. Il management ha sottolineato che, poiché la maggior parte del mercato obbligazionario in Cina non è classificato con un rating, Solvency II sottopone questi titoli a stress test come se fossero valutati BB, nonostante la qualità sottostante sia significativamente più alta. Questo comporta un Solvency Capital Requirement relativamente «punitivo».
Sebbene il calo dei rendimenti continui a pesare sulla redditività sia del nuovo business sia del portafoglio preesistente, «notiamo che il rendimento del decennale cinese è recentemente aumentato. All'inizio del terzo trimestre, i rendimenti erano al 2,25%, prima di continuare la loro discesa fino a un minimo al 2,05%. Tuttavia, proprio alla fine del terzo trimestre, il rally del mercato tuttora in corso ha fatto risalire i rendimenti al 2,18%, rendendo questa una diminuzione irrilevante durante il trimestre», concludono gli analisti di Jefferies, ribadendo il rating buy e il target price a 28,50 euro su Generali. (riproduzione riservata)