Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte sono in prima linea nell'export verso la Cina. «Il Nord Italia rappresenta il motore economico del Paese e Milano svolge un ruolo centrale per l'economia italiana, oltre a costituirsi come centro nevralgico di fama mondiale per la moda e il design. Per questi motivi numerose aziende cinesi la scelgono come propria sede in Italia» sottolinea a MF-Milano Finanza il nuovo console cinese nel capoluogo lombardo, Liu Kan. Oggi la Repubblica popolare è il più grande partner commerciale in Asia per la penisola e l'Italia è il quarto per la Cina nell'Unione Europea. Nei primi sette mesi del 2021, il volume degli scambi bilaterali ha superato i 41,1 miliardi di dollari (+41,2%). Ulteriore impulso arriverà dalla recente l'istituzione della Camera di Commercio Italo Cinese e dal treno merci espresso della tratta Beijing Trans-Eurasia International Logistics con destinazione Milano.
Domanda. In quali settori potrebbe rafforzarsi l'intercambio economico e culturale tra Milano, il Nord e la Cina nel prossimo futuro?
Risposta. Milano è il centro economico d'Italia, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale anche nell'industria culturale del Paese. Il Salone del Mobile, la Design Week e la Fashion Week hanno visto la partecipazione attiva di molte aziende e marchi cinesi. La volontà di cooperare non ha risentito della pandemia, anzi. Milano è stata scelta per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, l'edizione successiva a Pechino 2022. C'è l'impegno affinché i Giochi siano un evento sportivo di impatto e all'insegna della sicurezza. La realizzazione di un evento del genere non prevede solo cooperazione a livello sportivo, ma anche industriale e umano. L'Italia è un Paese forte negli sport su ghiaccio e neve e sono certo che ci saranno ampi margini di collaborazione. Il 2022 sarà anche l'anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina: a questo proposito i nostri due Paesi si stanno spendendo attivamente per organizzare e promuovere attività correlate, con l'auspicio di spianare la strada ai viaggi e alla conoscenza reciproca, nell'ottica di promuovere uno sviluppo sempre crescente anche delle relazioni culturali. Come ha affermato il Presidente Xi Jinping, negli ultimi cinquant'anni Cina e Italia si sono sempre contraddistinte per il loro rapporto di rispetto e fiducia reciproco, tenendo conto dei vantaggi per entrambe. La cooperazione nella lotta contro virus ha dimostrato l'efficacia del detto «i veri amici si vedono nel momento del bisogno». L'Italia ha un ruolo di prestigio a livello internazionale, tra gli altri, nei campi della scienza e della tecnologia, dell'innovazione, della cultura, della salute e dell'aerospazio, vantando imprese importanti in questi settori. Occorre cogliere le opportunità della ripresa post-pandemica; sfruttare il potenziale di cooperazione nell'ambito della Belt and Road Initiative, portare avanti una comunicazione politica, collegamenti infrastrutturali, scambi commerciali fluidi, circolazione di fondi e interscambi a livello umano.
D. Stiamo assistendo a un cambio di modello di sviluppo in Cina, dove sta andando il Paese?
R. La Cina, con i suoi 1,4 miliardi di abitanti, è il più grande Paese in via di sviluppo. Sotto la guida sapiente del Partito comunista cinese è riuscita a raggiungere il secondo posto tra le potenze economiche globali e a sconfiggere la povertà assoluta. Attualmente siamo in prima linea nella prevenzione dell'epidemia e ci stiamo occupando della ripresa. In questa nuova fase, la Cina sta dunque attuando un nuovo modello di sviluppo basato sull'innovazione, il coordinamento, il rispetto dell'ambiente e l'apertura e condivisione nei confronti del mondo esterno. Un modello che tenga conto della crescita sia nazionale sia internazionale. Dal punto di vista interno, si sta orientando verso una crescita di alta qualità, migliorando costantemente la struttura economica e gli aspetti ambientali. Da una prospettiva internazionale, invece, continua a portare avanti il processo di riforme e apertura, lavorando attivamente per dare un nuovo slancio alla globalizzazione economica.
D. In questo processo rientra la free trade zone di Hainan, cosa può offrire all'industria del lusso con capitale Milano?
R. Attualmente il nostro Paese è il più grande importatore ed esportatore di beni al mondo e rappresenta il mercato dal potenziale più alto, con oltre 400 milioni di cittadini appartenenti al ceto medio. Inoltre copre un terzo del mercato globale dei beni di lusso. La free trade zone è stata istituita ad aprile 2018, posizionandosi come un centro di consumo turistico su scala internazionale, particolarmente focalizzata sul duty-free e sulla libertà commerciale. Dopo lo scoppio dell'epidemia, le esportazioni di beni di lusso italiani in Cina sono cresciute, in controtendenza con il resto del mondo. Gran parte di questi proviene proprio da Milano ed è diretta ad Hainan, che ha continuato a mostrarsi aperta alla ricezione dei prodotti di lusso Made in Italy. La China International Consumer Products Expo dello scorso maggio ha attirato quasi 1500 aziende da circa 70 Paesi, costituendosi come un'importante piattaforma per i brand di fascia alta interessati a entrare nel mercato di Hainan. Le aziende italiane erano 56. Auspico che sempre più realtà milanesi dei beni di lusso partecipino a questa esposizione con i loro prodotti.
D. Milano è impegnata ad essere hub finanziario europeo. Come vede la possibilità di collegamenti con le borse di Shanghai e Shenzhen anche per incentivare aziende cinesi a quotarsi in Italia?
R. Cina e Italia hanno firmato un memorandum d'intesa sulla Nuova Via della Seta nel 2019. Il progetto include anche aspetti finanziari, per cui mira a rafforzare la cooperazione in questo ambito. Lo scorso anno Monte Titoli ha aderito al sistema di cooperazione interbancaria della Belt and Road Initiative avviato da Icbc. Dunque, crediamo che con lo sviluppo della cooperazione finanziaria promosso dalla One Belt One Road la Borsa di Milano otterrà risultati sempre più soddisfacenti nei confronti della Cina. Inoltre, il Consolato è a disposizione delle società cinesi interessate e che soddisfino i requisiti per essere quotate a Piazza Affari.
D. Quali sinergie si possono creare tra la Milano, il Nord Italia e aree territoriali o province della Cina?
R. La cooperazione locale svolge un ruolo insostituibile nel migliorare la conoscenza reciproca, approfondire l'amicizia e promuoverne la cooperazione. Dallo scoppio della pandemia, Milano e l'Italia settentrionale hanno collaborato efficacemente con la controparte cinese contro la pandemia. Abbiamo assistito alla spedizione disinteressata di un gran numero di forniture mediche da parte di entrambi i Paesi. La Cina ha inviato tre gruppi di esperti per sostenere i medici italiani, uno dei quali proprio a Milano, dove ha incarnato il ritratto dell'unità per superare l'epidemia. Con il recente gemellaggio tra Wenzhou e Torino è stato aggiunto un ulteriore tassello. La nostra area consolare copre quattro Regioni del Nord Italia e il numero delle città gemellate in questi territori è più di un terzo del numero totale delle città gemellate sino-italiane. Il Consolato Generale vuole continuare a lavorare per promuovere la cooperazione tra Milano e il Nord Italia e le province e città cinesi, così da rafforzare i rapporti nei settori dell'economia e del commercio, della cultura, e in ambito medico, verso la creazione di una comunità sanitaria su scala globale.
D. Si registra un rinnovato interesse della Cina a investire in Europa. Che ruolo può avere l'Italia?
R. Il principio che muove gli investimenti esteri della Cina è il vantaggio reciproco. Le economie cinese ed europea sono complementari e altamente compatibili e l'Europa è sempre stata una delle principali destinazioni per le imprese cinese. Nel partenariato strategico globale Cina-Ue, la cooperazione economica e commerciale svolge un ruolo essenziale. Le aziende cinesi non sono soltanto attratte dagli investimenti nei settori più tradizionali, ma sono anche disposte a prendere parte attivamente al Piano nazionale di rilancio dell'Italia, esplorando opportunità di cooperazione nei settori della sostenibilità, del digitale e della sanità, con la volontà di promuovere vantaggi reciproci e risultati win-win. Per un certo periodo di tempo, la globalizzazione economica ha incontrato diversi oppositori, sono aumentati l'unilateralismo e il protezionismo e abbiamo assistito a diversi casi di abuso del concetto di protezione della sicurezza nazionale per impedire la normale crescita degli affari di alcune imprese. Nonostante le difficoltà, le imprese cinesi aderiscono ai principi che regolano il mercato internazionale, promuovendo un rapporto vantaggioso per tutte le parti e sostenendo l'importanza di un processo decisionale aziendale indipendente. La loro determinazione a partecipare allo sviluppo e alla collaborazione su scala globale rimane invariata. Auspicano che l'Europa possa fornire un buon ambiente imprenditoriale, regole e sistemi trasparenti e un trattamento non discriminatorio, proteggendo i diritti e gli interessi legittimi delle imprese finanziate dalla Cina e creando le condizioni per la normale produzione e il regolare funzionamento di queste nel continente. Sono a sostegno della rapida entrata in vigore dell'accordo sugli investimenti Cina-Ue, così da gettare basi solide per la cooperazione in materia di investimenti.
D. Pechino ha deciso di farsi conoscere meglio nel mondo, cosa possono fare i media?
R. Far sì che il mondo conosca meglio il Paese, mostrare a tutti la vera, sfaccettata e multidimensionale realtà cinese è volontà della Cina oltre ad essere il desiderio di molte persone in tutto il mondo. Il ruolo dei media come ponte tra diversi Paesi è particolarmente importante nel contesto pandemico nel quale ci troviamo. Con il rapido sviluppo delle tecnologie dell'informazione, saranno sempre più in grado di trasmettere le posizioni e i punti di vista della Cina attraverso le sue immagini e le sue voci, presentando al pubblico occidentale, in maniera più amichevole e vivace, un'immagine di sviluppo pacifico e responsabile di questo grande Paese dalla cultura millenaria. Auspichiamo che i media cinesi e italiani rafforzino la cooperazione in questo senso, contribuendo a consolidare il rapporto di amicizia (riproduzione riservata)