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Aziende estere alla prova del sistema di credito sociale

Dal 2020 entra in vigore il meccanismo a punti, con premi e sanzioni voluto da Pechino per sondare comportamenti “non conformi” nelle pratiche commerciali quotidiane. Ad avere le ripercussioni più gravi in termini di costi e compliance saranno le piccole e medie imprese.


28/08/2019 12:27

di Mauro Romano - Class Editori

Arriva il credito sociale per le imprese

Le piccole e medie imprese rischiano di restare spiazzate dall’attuazione del sistema di credito sociale aziendale. Si tratta del meccanismo a punti, con  premi e sanzioni voluto da Pechino per sondare comportamenti “non conformi”  nelle pratiche commerciali quotidiane. Un sistema che fa ricorso alle tecnologie per l’analisi di Big Data e che mette le imprese davanti alla necessità di una accurata compliance. Il meccanismo partirà dal 2020. Al momento però, spiega l’ultimo rapporto della Camera di commercio dell’Unione europea in Cina, le imprese comunitarie non sono ancora preparate alla nuova regolamentazione.

“Il sistema di credito sociale aziendale è il più coordinato tentativo di un governo di imporre un’autoregolamentazione al mercato e può significare la vita o la morte di un’azienda”, ha spiegato il presidente della Camera di Commercio, Jorg Wuttke, “Nel bene e nel male il meccanismo è destinato a restare. Le aziende in Cina dovranno prepararsi alle conseguenze, così da far sì di poter sopravvivere grazie ai punti, non di morire”.

Il meccanismo prevede corrispondenti sanzioni per ciascuna valutazione negativa. Oltre a sanzioni penali ed ordinanze giudiziarie, le misure punitive possono includere tassi di ispezione più elevati, verifiche audit più mirate, limitazioni nel rilascio di autorizzazioni burocratiche (tra cui diritti d’uso su terreni e permessi in materia di investimenti), esclusioni da politiche preferenziali come sussidi e sgravi fiscali, nonché potenziali umiliazioni pubbliche. Le sanzioni previste possono persino influire sugli amministratori e sui dirigenti d’azienda.

Come emerge dallo studio, alle imprese sarà richiesta una stretta aderenza ai regolamenti. Le grandi società, con forti sistemi interni di compliance  saranno avvantaggiate rispetto alle pmi, per le quali il credito sociale rischia di comportare ulteriori costi.

Le aziende dovranno inoltre stare più attente alla selezione di fornitori e partner commerciali, in quanto anche questa componente contribuirà al punteggio. Infine, secondo la Camera di Commercio Ue, il credito sociale espone le aziende ai rischi legati ai necessari trasferimenti di dati, anche sensibili, che dovranno essere raccolti dei regolatori.


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