“Vogliamo accompagnare le nicchie del Made in Italy e farle conosce alla nuova generazione di consumatori cinesi, giovani, sofisticati e attenti alla sostenibilità”. Yuan Zou, Head of Luxury and Fashion Europe di Hylink e responsabile dell'espansione europea dell’agenzia indipendente di marketing digitale, spiega a classxhsilkroad.it la strategia dopo lo sbarco a Milano. Il capoluogo lombardo è il quarto ufficio in Europa. Il primo fu Londra tre anni fa, seguito da Parigi e Monaco lo scorso anno.
“Vogliamo essere un ponte tra Italia e Cina”, aggiunge Yuan. La volontà è di costituire una via di accesso alla Cina per i brand italiani che vedono nel mercato cinese un’opportunità strategica per il futuro, grazie ad un mix di competenze strategiche, tecnologiche e di comunicazione oggi necessarie per operare nel mercato cinese. E viceversa: anche le aziende cinesi potranno rivolgersi ad Hylink per le loro strategie di sviluppo e di comunicazione nel mercato italiano.
“Seguiamo l’intero posizionamento dei marchi dalle ricerche di mercato, alle aree nelle quali possono trovare maggiori sbocchi, ad esempio se nella città di seconda o terza fascia, o per età. In un secondo momento gestiamo la comunicazione sulle piattaforme social per far conoscere il brand e raccontare la sua storia”, aggiunge ancora Yuan, “Il nostro è un team composito di italiani e cinesi”.
Fondata a Pechino nel 1994 e quotata alla Borsa di Shanghai, Hylink è cresciuta negli anni espandendo progressivamente la gamma di servizi digitali, fino a diventare un player globale, con 23 uffici nel mondo. Focalizzata in particolare sul settore del lusso, ha lavorato con marchi come Bentley Motors, Coach e Global Blue, L'Oréal Luxe e Chopard. “Al momento siamo in contatto con alcuni marchi italiani, ma siamo presi dagli impegni burocratici per l’apertura dell’ufficio”, aggiunge ancora la manager.
Il 50% dei consumatori cinesi acquisterà prodotti di lusso in Cina entro il 2025”, ricorda. Superata la fase più acuta della crisi sanitaria i cinesi hanno ripreso a spendere. “Da nessun’altra parte al mondo sono stati spesi 2,7 miliardi di dollari una volta usciti da Covid”. Il profilo del consumatore sta però cambiando. È entrata in scena la generazione nata a metà degli anni Novanta del secolo scorso che non guarda più a prodotti Dior o Gucci, ma cerca la stessa qualità in marchi di nicchia, meno conosciuti. In questo l’Italia può trovare grandi opportunità”.
Yuan lancia anche l’idea di marketplace del Made in Italy. Uno strumento alternativo alle grandi piattaforme come Alibaba e Jd.com. Non un modo per far concorrenza ai due colossi, ma uno strumento per riunire una serie di realtà locali che magari non avrebbero l’opportunità di sfruttare propri canali e-commerce.