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Azienda Infrastruttura

Aeroporti di Puglia punta forte i turisti cinesi

Dopo la firma con Cits, tour operatore cinese che serve più di 20 milioni di turisti in entrata e 30 milioni in uscita, i dipendenti stanno tenendo corsi, in collaborazione con la Fondazione Italia-Cina, per accogliere al meglio i passeggeri della Repubblica popolare e per dotare l'infrastrutture delle dotazioni essenziali a essere chinese friendly


20/09/2019 12:06

di Mauro Romano - Class Editori

bari
L'aeroporto di Bari

Aeroporti della Puglia intende proporsi come porta del Mezzogiorno per i turisiti cinesi proponendo "un'esperienza di viaggio" a chi arriva da oltre Muraglia. Lo scorso marzo, in occasione della visita del presidente Xi Jinping in Italia, il gestore ha siglato un memorandum d'intesa con Cits, tour operatore a controlo statate che serve più di 20 milioni di turisti in entrata e 30 milioni in uscita, con l'intento di promuovere il progetto Italia Top Destination.

Trascorsi sei mesi dalla firma del protocollo i dipendenti stanno tenendo corsi, in collaborazione con la Fondazione Itaia-Cina, per approcciarsi al meglio alla cultura dei visitatori dalla Repubblica popolare  e per dotare le infrastrutture di tutte le dotazioni essenziali a rendere quanto più "chinese friendly" i servizi offerti. "Siamo convinti che l'afflusso di viaggiatori dalla Cina avrà a cascata ricadute sull'industria e sulle produzioni locali", ha spiegato Patrizio Summa, direttore progetti speciali e monitoraggio della performance di Aeroporti di Puglia, durante il convegno "Belt & Road Initiative", organizzato dalla Banca Popolare di Puglia e Basilica insieme a Class Editori. 

Come già chiarito a marzo dal presidente Tiziano Onesti, con l'accordo sono state poste le basi per la creazione di nuove iniziative di sviluppo verso le aree del Far East, su mercati che, in termini di popolazione e di specificità dei servizi richiesti, rappresentano una importante opportunità per l’economia e l’industria turistica pugliesi Adeguate dotazioni infrastrutturali e livelli elevati di assistenza alla clientela, insieme alle politiche di incremento dei flussi incoming, di destagionalizzazione dell’offerta e di affermazione del brand Puglia". Convinzione supportata dalla crescita degli arrivi nella regione: +30%.

Sullo sfondo c'è il negoziato bilaterale  in corso a livello di governi per aumentare il numero di frequenze. I cieli tra Italia e Cina cominciano, infatti, a essere saturi. L’ultimo aggiornamento risale al 2015. Trascorsi quattro ci sarebbe quindi bisogno di qualcosa di più di un tagliando. L’ultima revisione ha portato le frequenze settimanali per parte a 49. Ma se sul versante italiano c’è ancora spazio di manovra, su quello cinese comincia a scarseggiare. Delle frequenze assegnate soltanto una parte sono effettivamente utilizzate dai vettori cinesi. Le altre 13 sono invece opzionate dalle compagnie più grandi: AirChina, China Eastern Airlines e China Southern. Il numero ideale da raggiungere, allo stato attuale del mercato, spiegano fonti del settore a Class Editori, è di 70 frequenze settimanali. Anche se l’obiettivo vero è avvicinarsi a quota 100 frequenze, come già Francia e Germania.


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