La Cina apre ulteriormente il proprio spazio aereo all’aviazione civile. Pechino ha istituito una nuova autorità di controllo. Non è ancora chiaro se quest’ultima affiancherà o rimpiazzerà l’Air Traffic Control Commission, la struttura militare che dal 1986 dirige i cieli della Repubblica popolare.
L’iniziativa va in ogni caso incontro alle richieste dell’industria. La nuova commissione, guidata dal vicepremier Han Zheng, è infatti considerata un segnale della possibile accelerazione nella riforma del settore.
Lo spazio aereo cinese, a oggi, è prevalentemente a uso militare. Come sottolinea il settimanale economico-finanziario Caixin, appena il 30% è destinato ai voli commerciali o altri voli civili, a differenza di quanto avviene in Europa e negli Stati Uniti.
Una situazione che l’industria denuncia essere uno dei colli di bottiglia per lo sviluppo del settore e l’apertura di nuove rotte, con conseguenze sulla puntualità dei collegamenti.
Un nodo che potrebbe avere anche ripercussioni internazionali. Intanto un anno fa, per facilitare lo sviluppo del turismo e del business tra Italia e Cina, è stato siglato un memorandum per triplicare le frequenze dei voli settimanali tra i due Paesi, fino a quota 164 per parte.
L’ultimo aggiornamento risaliva infatti al 2015. Trascorsi cinque anni serviva quindi di qualcosa di più di un tagliando. La revisione aveva portato le frequenze settimanali per parte a 49. Ma se sul versante italiano c'era ancora spazio di manovra, su quello cinese aveva da tempo iniziato a scarseggiare. Delle frequenze assegnate solo 36 erano effettivamente utilizzate dai vettori cinesi. Le altre 13 erano invece opzionate dalle compagnie più grandi: AirChina, China Eastern Airlines e China Southern. I colossi pubblici riescono in tal modo a bloccare le compagnie regionali e private che scalpitano alle loro spalle facendo concorrenza dall’interno della Repubblica Popolare.
In base all’accordo 108 frequenze avevano decorrenza immediata, con un incremento di 28 a partire dalla stazione estiva 2021 e di ulteriori 28 a partire dalla stagione estiva 2022, punti di destinazione liberi nei rispettivi territori, code sharing domestico su tutti i collegamenti nel territorio dell'altra nazione, co-terminalizzazione, cioè possibilità di servire con lo stesso volo più scali dell'altro Paese, a eccezione delle principali rotte, Pechino-Shanghai, Pechino-Guangzhou e Shanghai-Guangzhou per i vettori italiani; Roma e Milano per le compagnie cinesi.