Sono cinque i voli dalla Cina atterrati oggi all'aeroporto di Roma-Fiumicino. Ad accogliere i passeggeri gli staff medici secondo il protocollo previsto dal Ministero della salute. Alla luce del blocco imposto ai voli da e per la Cina dovrebbe trattarsi degli ultimi arrivi. I voli sono provenienti da Hong Kong, Chengdu, Guangzhou, Haikou e Taipei. Non si segnalano casi sospetti di coronavirus stando a quanto è trapelato finora.
Lo sbarco dei passeggeri è avvenuto con la consueta procedura prevista dal Ministero della Salute, con i medici della Sanità aerea dotati di protezioni, tuta, guanti e maschere. Ai passeggeri è stata misurata la temperatura e richiesto di compilare una scheda con i dati sulla residenza ed eventuali spostamenti per poter tracciare i passeggeri in caso di eventuale contagio, come accaduto per i due turisti cinesi ricoverati all’ospedale Spallanzani.
La procedura prevede che in presenza di sintomi riconducibili all'influenza, i passeggeri vengano immediatamente dirottati nel cosiddetto canale sanitario, la struttura messa a disposizione da ADR, la società che gestisce gli scali romani, per la Sanità aerea.
Nella giornata sono previsti 5 voli in partenza da Fiumicino per destinazioni cinesi. Il primo volo, regolarmente confermato, è per Taipei (China Airlines e Alitalia) con decollo previsto alle 10:30. Seguiranno alle 11:30 e alle 11:55 due voli per Guangzhou (Air China), alle 12:30 Cathay Pacific per Hong Kong e alle 19:50 per Pechino (Air China). Con queste partenze dovrebbero concludersi fino a nuova comunicazione i voli da e per la Cina.
Sul fronte del traffico merci, alcuni vettori marittimi e aerei hanno già iniziato a risentire della minore domanda di trasporto e per questo hanno cancellato o ridotto alcune partenze di linee regolari fra l’Estremo Oriente e l’Europa. «L’epidemia in corso in Cina, avrà conseguenze non solo in termini di vite umane», avvertiva ieri Fedespedi, la federazione italiana degli spedizionieri merci, in una nota agli associati, «le interruzioni nei collegamenti, alla ripresa comporteranno inevitabili accumuli e ritardi».
Secondo Peter Sand, analista di Bimco, la principale associazione mondiale di operatori dello shipping, la combinazione di questi fattori avrà un impatto negativo sia sulle navi portacontainer che sulle bulk carrier, fortemente dipendenti dalla domanda cinese: «La situazione sta evolvendo rapidamente e non è ancora sotto controllo. Se dovesse complicarsi ulteriormente, il ruolo della Cina come hub mondiale dell’industria potrebbe portare a una riduzione degli stock e a tagli della produzione».
Anche Cathy Morrow Roberson, fondatore di Logistics Trend & Insights, ha sottolineato che «con l’emergenza coronavirus vari Paesi stanno imponendo restrizioni ai viaggi verso la Repubblica Popolare, limitandone di conseguenza l’accessibilità, con ricerca da parte delle aziende manifatturiere di altri mercati dove poter produrre ed esportare merci e potenzialmente perfino di generare una fase di recessione».
Nomura evidenzia poi come l’emergenza sanitaria possa impattare in particolare sull’industria automotive, compreso l’indotto delle parti di ricambio e della tecnologia. La banca giapponese parla di elevato rischio per la catena logistica delle merci a livello mondiale.
Molti vettori aerei stanno chiudendo i voli riducendo l’offerta di stiva disponibile per il cargo e le tariffe di trasporto ne stanno già risentendo. Rimarranno attive con ogni probabilità tutte le compagnie aeree cinesi. Nella Repubblica Popolare si segnalano riduzioni del traffico fluviale merci anche sul fiume Yangtze, così come è attesa una forte limitazione del trasporto merci via ferrovia dal Far East all’Europa, specie riguardo a consegne di pacchi e prodotti transati sui principali marketplace cinesi come Alibaba e Jd.com.
Anche il trasporto marittimo intercontinentale avrà delle conseguenze. Sempre Roberson sottolinea infatti che, se i lavoratori delle fabbriche nella provincia di Zhejiang non tornassero nelle fabbriche fino al 9 o 10 febbraio, l’assenza prolungata si rifletterebbe in minori volumi di merci da imbarcare nei porti di Ningbo-Zhousan, Taizhou e Wenzhou.
Maersk ha appena annunciato la cancellazione di un’ulteriore partenza del servizio regolare Ae7 fra Asia e Nord Europa. Daniel Richards, analista del mercato container per Msi, prevede che a breve verranno annunciati ulteriori cancellazioni da parte delle compagnie di navigazione per le prossime settimane, mentre più ottimisticamente Simon Heaney di Drewry ha ricordato che «quando ci fu la Sars tutta l’economia mondiale e gli scambi commerciali ne subirono le conseguenze, ma la ripresa fu poi rapida». (riproduzione riservata)