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Byd allarga la rete europea con 800 dealer entro l'anno

Lo ha annunciato Alfredo Altavilla, consulente per le strategie del brand cinese, il più forte nell'elettrico. Secondo il manager le batterie allo stato solido con ricarica in pochi minuti sono una tecnologia già a portata di mano che rivoluzionerà il mercato. La critica ai dazi e i programmi di produzione nel Vecchio Continente


10/03/2025 17:36

di Andrea Cabrini - Class Editori

settimanale
Alfredo Altavilla

«Le batterie allo stato solido sono già realtà: in otto minuti sarà possibile ricaricare l’auto e ripartire. Una rivoluzione. L’Europa ha sbagliato strategia per colpa degli incompetenti, ma l’elettrico non è il male dell’auto, anzi resta il futuro. Ad aprile lanceremo un marchio di lusso a Milano. E se l’Italia non dovesse applicare i dazi sulle auto cinesi, sarebbe il primo Paese in cui saremmo interessati a investire per produrre» spiega Alfredo Altavilla, special advisor di Byd per Europa.

Altavilla è un vero car guy. Entrato in Fiat dall’inizio degli anni ’90, conosce ogni aspetto dell’industria e ha gestito con responsabilità internazionali la storia di Fca al fianco di Sergio Marchionne. Da settembre è special advisor di Byd per l’Europa. Il costruttore cinese è in piena accelerazione. Nel 2024 ha venduto oltre 4,25 milioni di auto tra elettriche e ibride e punta a superare i 5 milioni quest’anno. A febbraio ha segnato un nuovo record con 382 mila auto vendute. Nel mirino c’è il sorpasso su Tesla. Che in borsa è già avvenuto: dal 1° gennaio Byd è cresciuta del 30% mentre Tesla è scesa di altrettanto.  

Domanda. L’auto in Europa soffre la crisi peggiore della sua storia. Bruxelles annuncia nuove regole. Byd come le giudica?

Risposta. Il mercato europeo soffre l’incertezza generata dalle politiche ambientali. L’abolizione delle auto endotermiche entro il 2035, unita al sistema di multe per chi non rispetta i limiti di emissioni, ha creato una distorsione. Ora non è più il cliente a scegliere che cosa comprare, ma è il costruttore a decidere che cosa vendere per evitare sanzioni. Con la revisione in corso, mi aspetto ben poco: il dibattito continua a essere dominato da una profonda incompetenza.

 D. Per molti il male dell’auto è l’elettrico: costa e non si vende.

R. Il vero problema non è l’elettrico ma la transizione forzata senza un’infrastruttura adeguata. Immaginate di lanciare il 5G senza avere una rete funzionante; ecco, con le auto è successa la stessa cosa.

 D. L’elettrico è criticato anche perché, se consideriamo il ciclo di vita dell’auto, non è veramente sostenibile.

R. È una verità assoluta. Se non si usa energia rinnovabile, l’intero sistema perde di senso. Byd è il più grande produttore mondiale di pannelli solari e di sistemi di storage. Il nostro modello punta a chiudere il cerchio dell’energia pulita.

 D. Intanto Bruxelles teme l’invasione dell’auto cinese e studia nuove contromisure.

R. Combattere i cinesi oggi è inutile. Sarebbe più logico collaborare, perché la Cina è avanti anni luce su batterie ed elettronica di bordo. Si continua a parlare di gigafactory di batterie al litio in Europa, ma nel 2027 Byd lancerà la prima auto con batteria allo stato solido: un salto tecnologico paragonabile al passaggio dal bianco e nero al colore in televisione.

 D. Trump ha lanciato una raffica di dazi e tariffe; vi preoccupa la sua guerra commerciale?

R. Biden aveva già imposto dazi al 100% sull’auto cinese. Trump non ha peggiorato la situazione. In Europa invece l’introduzione dei dazi è stata un errore strategico: ha spinto il governo cinese a bloccare investimenti nei Paesi favorevoli alle tariffe. Per questo abbiamo scelto di produrre in Ungheria, che si è sempre opposta ai dazi. La produzione partirà a ottobre. E molto probabilmente verrà realizzato un secondo stabilimento in Turchia.

 D. E l’Italia?

R. Ha imposto i dazi e non ha ottenuto nulla. Questo ha allontanato le aziende cinesi. In compenso Byd oggi è un venditore di certificati verdi, altra distorsione del mercato. Tesla, ad esempio, ha fatto il 57% del suo ebit vendendo certificati verdi, non auto.

 D. Tesla ha inventato questo mercato ma ora sembra in difficoltà. Temete la concorrenza di Musk?

R. No. Byd è molto più avanti su batterie e guida autonoma. L’America ha ancora meno appetito per l’elettrico rispetto all’era Biden, ma molte dinamiche per Tesla sono legate al ciclo di vita del prodotto.

 D. In Italia la penetrazione dell’elettrico è sotto il 5%. Pensa servano nuovi incentivi? Gli ultimi da un miliardo sono stati bruciati in poche ore.

R. Perché li hanno sfruttati gli intermediari. Hanno immatricolato auto in Italia e poi le hanno rivendute in Nord Europa, dove l’elettrico ha più mercato. Un business per i commercianti, non per i consumatori.

 D. Avete appena incontrato le aziende italiane della filiera dell’auto a Torino, un luogo simbolo, anche per la sua storia personale in Fca. Come hanno risposto?

R. La componentistica italiana ha risposto in modo entusiasta alla nostra chiamata. Su 500 aziende ne abbiamo dovute lasciare fuori un centinaio. Ma un fornitore di successo per Byd deve essere veloce, non solo competitivo nei costi.

 D. Il ministro Urso ha cercato di attrarre produttori cinesi in Italia per compensare la crisi di Stellantis. Finora senza successo. Ci riuscirà in futuro?

R. No, non finché resteranno i dazi. Se l’Italia vuole attrarre investimenti cinesi, deve cambiare posizione.

 D. Quali obiettivi ha Byd per il 2025?

R. Rafforzare la rete europea. Entro fine anno avremo 800 concessionari. In Italia abbiamo inaugurato due store e ne apriremo altri cinque. E ad aprile lanceremo un nuovo marchio di lusso a Milano. (riproduzione riservata)


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