Dati contradditori per il made in Italy nel segmento lusso in Cina e Oriente. Mentre Zegna festeggia il primo trimestre dell'anno con un incremento a doppia cifra, Ferragamo, tradizionalmente molto esposto al mercato asiatico, registra perdite di fatturato nel confrono con l'anno scorso.
«Abbiamo iniziato il 2023 con una ripresa incoraggiante guidata dalle riaperture in Cina a seguito delle restrizioni legate al Covid e alla robusta crescita della nostra attività negli Stati Uniti e in Europa trainata dal nostro retail», ha commentato il presidente e ad del gruppo Ermenegildo Zegna, Gildo Zegna.
I ricavi direct-to-consumer sia per Zegna che per Thom Browne hanno registrato un aumento del 24,9%, e tutte le regioni, compresa la Cina (+15,9%), hanno mostrato un certo dinamismo. «Il marchio Zegna ha riportato un sano aumento della produttività, che è una delle nostre priorità strategiche. Una crescita continua che sottolinea il successo di entrambi i nostri brand e il valore della nostra piattaforma tessile made in Italy e verticalmente integrata, che ci ha permesso di aumentare le nostre capacità manifatturiere e produttive», ha detto ancora Zegna.
Nel complesso il primo trimestre della società piemontese quotata al Nyse si è chiuso con 428,3 milioni di euro di fatturato, in aumento del 13,4% su base annua. Escludendo l’impatto del segmento Tom Ford, per cui si intendono le entrate derivanti dal contratto di licenza relativo alla produzione e alla distribuzione di alcuni prodotti della griffe, scaduto con la consegna della collezione autunno-inverno 2022/23, i ricavi sono aumentati del 19,1%.
Il fatturato dei tre mesi del segmento Zegna è stato pari a 319,3 milioni di euro (+12,6%). Questa crescita è stata trainata dalla performance del canale diretto e dal solido aumento dei ricavi del settore tessile. Thom Browne ha invece contribuito con 113,3 milioni di euro (+15,4%) continuando a crescere in tutti i canali. Il womenswear e i prodotti per bambini hanno mostrato un andamento sostenuto, superando la crescita dei prodotti maschili nel trimestre.
Ferragamo che ha chiuso il primo trimestre dell'anno con ricavi pari a 278 milioni di euro, in calo del 4% a/a a cambi correnti e del 6,5% a cambi costanti, ha visto il risultato penalizzato dall'andamento del canale wholesale in Cina e nella area Pacifico, il suo principale mercato.
Il canale wholesale ha riportato vendite nette in calo del 13,9% a/a (-16,1% a tassi di cambio costanti) a causa della pianificata razionalizzazione della rete distributiva soprattutto negli Stati Uniti e della ritardata ripresa del Travel Retail in Asia Pacifico, mentre l'area Emea ha registrato un solido andamento.
Il canale distributivo Retail è andato meglio con vendite in calo del 2,3% a/a (-2,4% a tassi di cambio costanti), principalmente penalizzato dal rallentamento del mercato statunitense, mentre il gruppo ha registrato una performance positiva in Emea e un trend in progressivo miglioramento in Cina, con i clienti cinesi che hanno trainato la ripresa anche a Hong Kong.
Nel complesso per il brand fiorentino l'Asia Pacifico ha registrato vendite nette in calo del 13,6% a/a (-13,0% a tassi di cambio costanti), penalizzata dal canale Travel Retail, mentre la performance del canale Retail in Greater China è stata positiva. Il mercato giapponese nel primo trimestre 2023 ha riportato un calo delle vendite nette del 7,1% a/a (+1,2% a tassi di cambio costanti). L'area Emea nel primo trimestre 2023 ha registrato un aumento delle vendite nette del 24,7% a/a (+25% a tassi di cambio costanti), con una performance positiva in entrambi i canali.
L'area del Nord America ha registrato, nel primo trimestre 2023, un calo delle vendite nette pari al 19,8% a/a (-23,4% a tassi di cambio costanti), con il canale Wholesale che si riduce più che proporzionalmente come conseguenza della razionalizzazione della rete distributiva. (riproduzione riservata)