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Ata va controcorrente e apre a Shanghai la seconda sede in Cina

Lo Studio di tax advisory lanciato da Marzio Morgante nel 2009 a Hong Kong e dal 2021 a Singapore apre anche nella capitale finanziaria del Dragone affidandosi a Elisa Malvestio, ex Deloitte, da quasi 15 anni revisore contabile nella Repubblica popolare


01/07/2024 11:53

di Rossella Savojardo - Class Editori

settimanale
Elisa Malvestio, partner Ata a Shanghai

Dopo Hong Kong, nel 2009, e Singapore, nel 2021, Asian Tax Advisory guarda di nuovo alla Cina e apre una nuova sede a Shanghai. Per farlo, lo studio di consulenza specializzato nell’assistenza a imprese e investitori privati che guardano all’Asia come principale regione per l’espansione della propria attività su scala globale, si affiderà all’avvocata Elisa Malvestio che svolge la professione di revisore legale dei conti nella Repubblica popolare dal 2010, dove ha acquisito una vasta esperienza in investimenti stranieri, in fiscalità internazionale d’impresa e delle persone fisiche.

Nello studio, che è situato a Jingan, inizieranno a lavorare con Malvestio altri sette professionisti. «L’idea arriva direttamente dalle richieste dei nostri clienti italiani, soprattutto nel campo della manifattura e della moda, che ora stanno di nuovo guardando alla Cina», spiega a MF-Milano Finanza Marzio Morgante, managing partner di Ata. Con una mossa in controtendenza rispetto ad altri studi legali più tradizionali che stanno riducendo l’esposizione a Pechino, Ata si espande nel Paese del Dragone convinto della potenziale ancora importanti della seconda economia globale.

«Negli ultimi anni in Cina abbiamo assistito a cambiamenti importanti anche più che in Europa», ha aggiunto Morgante, «il consumatore medio cinese è diventato più selettivo anche verso i prodotti occidentali e questo si sta riflettendo nei numeri di alcuni brand del fashion. Nonostante questo, la Cina rimane un’importantissima fetta di mercato per molte aziende, anche del design italiano, che rimangono convinte di poter far bene nel Paese e che quindi vogliono aprire nuove filiali».

I piani di espansione di Ata, però, non si fermano a Shanghai, perché per il futuro lo studio pensa anche al Medio Oriente, a Dubai e all’Arabia Saudita. Secondo Morgante nella zona ci sono buone possibilità di sviluppo e di consulenza a realtà italiane che stanno studiando lo sbarco in quelle aree. Da non escludere anche il Vietnam e Thailandia, che si fanno spazio tra i mercati emergenti. (riproduzione riservata)


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