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Cina-Africa, quest'anno crescono del 16% gli scambi commerciali

Mentre il commercio mondiale rallenta, crescono i rapporti economici tra la Repubblica popolare e i paesi dell'Unione africana, come documentano i numeri emersi a Shanghai nel corso della fiera World Breakbulk Expo. Exploit della compagnia di trasporto francese CMA, mentre Cosco rafforza la sua presenza nel continente nero


06/07/2023 13:00

di Marco Leporati*

settimanale

La scorsa settimana si è tenuta a Shanghai la World Breabulk Expo, una fiera internazionale delle spedizioni non convenzionali focalizzate sul project cargo (quindi alternative ai classici container). Ai più potrebbe apparire una manifestazione di nicchia ma per chi opera nel settore del trasporto in break bulk (navi e ro-ro) assume una valenza speciale soprattutto in un momento in cui i flussi logistici relativi la movimentazione dei containers standard non ha ancora raggiunto le aspettative stimate mentre i trasporti delle auto elettriche dalla Cina al resto del mondo sono in continua crescita.

Gli attori di questo segmento di mercato sono compagnie marittime, armatori, spedizionieri ed agenti che operano regolarmente nell’organizzare questo tipo di spedizioni. Tra le varie tematiche trattate nei panel ve ne è stata una che conferma l'importanza crescente degli scambi con i paesi africani.

La Cina non solo si conferma il più grande partner commerciale dell’Africa negli ultimi quattordici anni ma il trend è in crescita. Nei primi cinque mesi del  2023 le relazioni commerciali hanno registrato un incremento anno su anno del 16,4%, mentre il commercio mondiale è in piena stagnazione, con una previsione di crescita leggermente negativa (in volumi) per l'anno in corso. Nel 2022, nonostante la spada di Damocle del Covid-19, l’export della Cina verso l’Africa valeva il 4,6% del totale esportato mentre l’export dall’Africa verso la Cina è stato del 15% rispetto all’esportato. La Cina rimane quindi anche il più grande esportatore verso l’Africa.

Analizzando nel dettaglio questi dati si può comprendere che cosa stia avvenendo in Africa e quale ruolo abbia assunto la Cina nei confronti di questo continente, avendo presente che i dati citati Cina-Africa riguardano il trasporto non vincolato alle misure standard del container (20’ e 40’ piedi), ma i carichi che eccedono le dimensioni del container standard, definiti tecnicamente out of gauge (OOG).

Questo postulato implica che i beni trasportati dalla Cina verso l’Africa non siano quelli di largo consumo o semidurevoli come per i mercati maturi ma prevalentemente materiali per la realizzazione delle infrastrutture, cave, miniere, oil&gas, costruzioni, dighe e così via.

A fonte della crescita sopraccitata, la compagnia di navigazione francese CMA, terza nel rank internazionale delle compagnie marittime con la sua divisione break bulk, ha incrementato il traffico Cina vs. Africa nei primi sei mesi di questo anno del 50%. Mentre Cosco, la compagnia marittima di bandiera cinese, al quarto posto posto nel rank internazionale degli armatori, controlla la quasi totalità dei porti e dei terminal africani con la prosecuzione naturale attraverso le vie di comunicazione (ferrovie, strade e areoporti).

I quattordici anni di cooperazione con l’Africa non sono rimasti semplicemente un vademecum programmatico. Le strutture sono attive e contribuiscono alla speculare attività di export dai Paesi africani: il trasporto delle famose terre rare verso la Cina in special modo litio e cobalto per batterie EV.

Questa corsa verso la Cina non è nient’altro che il prologo di progetti ben più ambiziosi traguardati al 2050. Due in particolare sono stati presentati durante le conferenze tenutesi in fiera: il primo concerne la ricostruzione e l’ampliamento dell’aereoporto internazionale di Harare nella repubblica dello Zimbabwe. Questa struttura, che raggiungerà una capacità di flusso di passeggeri di 6 milioni, diventerà uno dei più importanti hub nell’Africa centromeridionale.

L’altro riguarda la Mauritania, paese soggetto a conflitti intestini e ad una fame atavica, e dovrebbe contribuire alla sua  modernizzazione con infrastrutture di collegamento tra le diverse città e la sua capitale Nouakchott. Tuttavia il più importante è quello denominato Progetto Africa 123 con centoventitre nuovi insediamenti urbani. Il progetto è stato coordinato tra l’Unione Africana e la società di investimento Temasek, holding governativa  di Singapore.

Il progetto parte dallo studio della World Bank che stima una crescita della popolazione africana  da 1,4 miliardi attuali a circa il raddoppio (2,5 miliardi nel 2052 e a 3 miliardi nel 2063). La stessa banca stima che all’interno del continente Africa vi sarà una migrazione verso le città (climate migrans) tra settanta e centodieci milioni di persone entro il 2050. Si dovrebbe quindi ripetere quanto è avvenuto in Europa nei secoli XIV  e XV, in Cina e in India nel XX secolo incluso i pochi anni di quello corrente.

Questo fenomeno migratorio e di crescita della popolazione avrà due momenti: la costruzione delle nuove città e la creazione in futuro di una classe media che possa diventare fruitrice di beni. «A partire dal 1500 si sono resi conto che le frontiere delle merci non sono né stabili né neutrali: al contrario, si spostano senza posa...alla ricerca di risorse e mercati ancora vergini». Sven Beckert, L’impero del cotone, Harvard Press

La Cina è pronta per rispondere a questi due momenti. Il territorio al di fuori del perimetro di queste città cosmopolite sarà la fonte generatrice delle terre rare. Come siamo lontani e arcaici da quanto il grande reporter polacco Ryszard Kapuscinski, scriveva poco più di vent’anni fa in Ebano: «Proprio accanto alla strada, alcuni leoni immobili; un pò oltre, un branco di elefanti; più oltre ancora, sulla linea dell’orizzonte, un ghepardo che sfreccia a grandi salti... E questo mondo appena nato, questo mondo senza l’uomo e quindi senza peccato, sfila sotto i nostri occhi. È veramente una grande esperienza». (riproduzione riservata)

*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni



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