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Industria

Dazi, la Cina spinge per una trattativa risolutiva entro fine ottobre

Il ministero del Commercio cinese ha invitato a Pechino una delegazione della Ue per discutere tutte le opzioni sul tavolo che evitino l'avvio di barriere commerciali sui veicoli elettrici, una delle principali voci dell'export cinese. C'è tempo fino alla fine del mese prima che scattino tasse doganali fino al 45%


17/10/2024 15:55

di Anna Di Rocco - Class Editori

settimanale
Auto elettriche cinesi esportate

Mancano meno di 15 giorni alla decisione finale della Commissione Europea di aumentare i dazi sulle importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina. Il via libera dei Paesi membri è arrivato lo scorso 4 ottobre ma c’è tempo fino al 30 del mese prima della pubblicazione in Gazzetta di un regolamento di esecuzione. La Commissione ha dunque lasciato una porta aperta per la ricerca di un accordo: la stessa che in queste ore sta cavalcando Pechino. 

Secondo quanto risulta all’Ansa, il team tecnico dell’Unione Europea è stato formalmente invitato a visitare la Cina «il prima possibile, per una nuova fase di consultazioni dirette», dopo gli otto round di negoziati a Bruxelles risultati insufficienti per trovare un compromesso relativo ai dazi. «Abbiamo messo a punto tutti i preparativi per la visita. Ora stiamo aspettando una risposta dall'Ue», ha detto il portavoce del ministero del Commercio, He Yadong, nel briefing settimanale.

Ma l’attesa e il dialogo non sono le uniche ipotesi che il Dragone sta vagliando per rispondere alle tasse europee. Pechino «studia la fattibilità di misure come l’aumento dei dazi sui veicoli di grossa cilindrata e prenderà una decisione a riguardo dopo aver considerato attentamente una serie di fattori», ha detto il portavoce. 

La Cina ha finora dimostrato «la massima sincerità e flessibilità nel suo impegno con l’Europa. E malgrado le parti abbiano compiuto progressi significativi su questioni chiave, l’Ue non ha ancora affrontato attivamente alcuni timori che interessano le industrie di entrambe i Paesi», ha proseguito il portavoce. 

Per arrivare ad un accordo con l'Ue ed evitare dazi all'import di veicoli elettrici, in questo momento una delle principali voci dell'export del Dragone, la Cina cerca di fare leva sulla contrarietà ad alzare barriere di alcuni dei maggiori produttori europei, i tedeschi in prima fila ma anche l'italo-francese Stellantis. Un secondo argomento è di promettere investimenti greenfied in Europa per la produzione di batterie e/o veicoli elettrici, come chiedono anche, in Italia, i sindacati del settore auto.

«Bisogna aumentare il numero dei veicoli prodotti nel paese, con l'assegnazione della piattaforma small e la produzione di modelli mass market. L'eventuale ingresso di nuovi produttori può essere un'opportunità, se concepito in aggiunta e non in sostituzione dell'attuale presidio industriale e, come avviene in altri paesi europei, dovrà essere vincolato dal governo anche alla partecipazione diretta dello Stato negli asset societari, all'attrazione di know how, alla valorizzazione della catena di fornitura del nostro Paese e al rispetto delle norme e dei contratti nazionali», hanno fatto sapere i sindacati itali dell'auto alla vigilia di uno sciopero nazionale del settore.(riproduzione riservata)


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