Ancora un mese record per le vendite di auto in Cina, che sono cresciuta in novembre dell'11,7% rispetto al 2023, mentre la produzione automobilistica è aumentata dell'11,1%. Nei primi 11 mesi di quest'anno, la produzione di auto ha superato le 27,9 milioni di unità, con un aumento del 2,9% anno su anno, mentre le vendite sono aumentate del 3,7%, raggiungendo 27,94 milioni di unità, secondo la China Association of Automobile Manufacturers.
Le vendite di veicoli elettrici hanno raggiunto quasi 1,27 milioni di unità, segnando un incremento del 50,5% su base annua e del 5,9% su base mensile, secondo la stessa associazione, mentre la produzione di veicoli alimentati da nuove fonti energetiche è stata di 1,48 milioni di unità, in aumento del 49,3% annuo e del 7,1% rispetto al mese precedente.
Nei primi 11 mesi dell'anno, le vendite al dettaglio di autovetture a nuova energia hanno raggiunto i 9,59 milioni di unità, con un incremento del 41,2% rispetto all'anno precedente.
Sul fronte delle esportazioni, in novembre la Cina ha spedito circa 80.000 veicoli, con un calo del 6,3% rispetto all'anno precedente. Da gennaio a novembre, tuttavia, l'export è salito a 1,17 milioni di unità, con un aumento del 24,6% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Fra i costruttori che si battono per il primato di mercato, Tesla ha toccato il picco di vendite del quarto trimestre, comunicando di avere ricevuto richieste per 21.900 veicoli elettrici in una settimana. Tesla China ha comunicato, che si tratta delle vendite settimanali più alte del quarto trimestre 2024 che fa seguito al miglior mese di sempre: a novembre, infatti, la filiale cinese della società di Elon Musk ha venduto ben 73.000 vetture. La Model Y di Tesla è stata l'autovettura più richiesta in Cina nell'ultimo anno, facendo segnare 556.000 unità vendute.
«Nel 2000 in Cina venivano prodotti 2 milioni di veicoli, quasi tutti da joint-venture con partner occidentali. Ora i poco meno di 30 milioni sono in gran parte prodotti da case locali, alle quali, tra l'altro, molti costruttori occidentali fanno la corte per stringere accordi o di tecnologia o di produzione, soprattutto per i powertrain elettrici o per software per AD AS e Infotainment», ha fatto notare Roberto Vavassori, presidente dell'Anfia, l'associazione dei costruttori italiani, durante l'assemblea annuale dei soci, «e oltre a ciò vi sono già importanti investimenti diretti di gruppi cinesi in costruttori europei di veicoli, e anche di componenti».
«La Cina è l'elefante nella stanza, è grande, molto grande, si muove con destrezza e rapidità nonostante la mole impressionante e ha il chiaro obiettivo di medio termine di ottenere la leadership di mercato a livello globale», ha continuato il manager, «non solo nel proprio, che è il più grande al mondo, ma soprattutto nei mercati maturi e in quelli in via di sviluppo ed espansione. E si ripromette di farlo non solo in virtù dei fattori di costo di produzione, ma anche giocando sul piano della tecnologia a tutto campo, inclusa quella del software, oltre che dell'elettrificazione. La Cina è divenuta in un paio di decenni il protagonista globale di fatto del nostro settore, ed ignorarlo non serve a cambiare le cose, anzi».
«La penetrazione di veicoli cinesi sui mercati europei è in continua ascesa, Italia inclusa, ed è opinione generale che i dazi attualmente in vigore debbano lasciare il posto ad un sistema di convivenza che non consenta al gigante asiatico di asfaltare in pochi anni l'insieme industriale e di ricerca europeo nel settore dell'automotive», ha concluso Vavassori. (riproduzione riservata)