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Politica

Giornata decisiva per i dazi sulle Ev cinesi, Italia e Francia favorevoli

Venerdì i rappresentanti dell'Unione Europea voteranno sulla proposta della commissione di alzare le barriere all'import di auto dalla Cina al 45%. Nonostante l'astensione dei tedeschi, è probabile che con il voto dei quattro paesi che rappresentano il 39% della popolazione europea la proposta sia approvata


03/10/2024 15:49

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea

Italia, Francia, Grecia e Polonia voteranno nella giornata di venerdì a favore delle tariffe fino al 45% sulle importazioni dei veicoli elettrici prodotti in Cina, fornendo supporto sufficiente per l'approvazione dei dazi proposti dalla Commissione Europea. Molto probabilmente i tedeschi si asterranno, mentre il primo ministro spagnolo Sanchez non ha preso una posizione chiara, invitando la Commissione a riconsiderare la proposta.

In base alle norme dell'Unione Europea, la Commissione può imporre tariffe per i prossimi cinque anni, a meno che una maggioranza qualificata di 15 Paesi europei che rappresentino il 65% della popolazione dell'Unione non voti contro il piano, riporta Reuters citando funzionari e fonti dei Paesi favorevoli.

I quattro Paesi, che rappresentano il 39% della popolazione dell'Unione Europea, supporteranno l'iniziativa in linea con le posizioni assunte in una votazione analoga nel mese di luglio, con eccezione della Grecia che si era astenuta. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha avviato l'indagine anti-sovvenzioni sugli ev cinese un anno fa, ha sottolineato che l'industria euoropea deve proteggersi da un potenziale flusso di importazioni ev dalla Cina a basso costo che beneficiano di sussidi statali.

Il settore automobilistico europeo si è generalmente opposto ai dazi, in particolare le case automobilistiche tedesche, le cui vendite provengono quasi un terzo dalla Cina. Il cancelliere della Germania Olaf Scholz, infatti, ritiene che i colloqui con la Cina debbano proseguire e il suo Paese potrebbe astenersi dalla votazione come ha fatto a luglio.

Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha preso una posizione netta e ha definito i sussidi cinesi insostenibili, la Spagna non ha assunto una posizione chiara in quanto il Paese ha in passato supportato i dazi ma il primo ministro Pedro Sanchez ha invitato l'Unione a riconsiderare la propria posizione in merito lo scorso mese.

D'altra parte le auto elettriche cinesi stanno rapidamente conquistando quote di mercato a scapito delle loro controparti europee: attualmente, un veicolo elettrico su quattro tra quelli venduti in Europa è prodotto in Cina, ha fatto notare un analista di settore, Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac.

«Il divario di prezzo tra le auto prodotte in Ue e quelle prodotte in Cina è superiore al 25%, quindi un dazio superiore a questa cifra garantirebbe una maggiore parità di condizioni», ha sottolineato l'esperto, «inoltre la Germania esporta dal 30 al 40% delle sue auto in Cina; quindi, è prevedibile che si opponga per timore di una ritorsione cinese. Al contrario, Francia e Italia, tra gli altri, cercheranno probabilmente di ottenere una qualche forma di protezione per il loro mercato interno, che rappresenta la parte più consistente del fatturato (ad esempio, Stellantis ha venduto meno di 70.000 auto in Cina)».

Fondamentale il raggiungimento di un compromesso e secondo Thozet l'applicazione delle tariffe con un range ridotto del 10-25% «potrebbe offrire un beneficio a breve termine per un settore che sta attraversando un periodo di crisi e in cui le aspettative sono state in gran parte ridimensionate. Ma il rischio - come spesso accade nel continente - è che l'intervento sia troppo limitato e tardivo. Un approccio intermedio non risolverà il problema della competitività del settore automobilistico europeo». (riproduzione riservata)


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