MENU
Politica

Il boom degli sport invernali, oltre i 5 cerchi 300 milioni di cinesi

Lo ha calcolato l'ufficio nazionale di statistica che certifica la direttiva del governo per cui è bene che la popolazione, e i giovani in particolare, imparino a sciare o pattinare. Così i consumi di materiale e abbigliamento tecnico saliranno nei prossimi 3 anni a 130 miliardi di euro, dagli attuali 60. Una bengodi per i produttori?


03/02/2022 13:41

di Marco Leporati*

settimanale
Harbin, la pista al coperto più grande del mondo

Due immagini rappresentano il contrasto o forse la continuità tra passato e futuro nella Cina di oggi. La prima è una splendida fotografia pubblicata di recente sul quotidiano China Daily di una slitta trainata da un cavallo in un paesaggio ammantato di neve che trasporta le provviste per la celebrazione del Capodanno cinese in un lontano villaggio nella tormentata provincia dello Xinjiang, nella Prefettura di Altay dove sorge anche uno dei tanti Ski Resort.

D’altro lato, il promo video del Club Med che, accanto al villaggio di Sanya nell’isola di Hainan, presenta il villaggio invernale Yabuli a Shangzhi, una località a centoventi chilometri da Harbin nel profondo nord della Cina quasi a confine con la Russia.

Il contrasto risalta alla vigilia dell’inaugurazione dell’edizione 2022 delle Olimpiadi invernali, a Pechino, evento che può essere letto da diverse ottiche.

Abbandonato ormai lo spirito decoubertiano, soprattutto queste Olimpiadi, confermate in corso d’opera nel bel mezzo della pandemia, non hanno solo un valore simbolico di autoaffermazione ma sono cariche del significato esplicito di avversare un accadimento naturale (il Covid) e anche di radicare un fenomeno in fieri che già era iniziato negli anni precedenti: lo sviluppo del turismo e dell’industria invernale.

Quest'ultimo turismo è nato di recente, subito dopo quello balneare che ha avuto negli ultimi vent’anni una evoluzione complessiva focalizzata nell’isola di Hainan.

Vent'anni fa, sulla Yalong Bay di Sanya, di fronte ad un reef tropicale, si affacciavano solo tre hotel. Oggi Sanya, e più in generale Hainan, ha visto un’espansione non solo del turismo ma di business tanto da essere qualificata dal Governo centrale Free Trade Zone e, complice il Covid che non ha permesso ai turisti cinesi di valicare le frontiere, ha chiuso il 2021 con 81 milioni di visitatori.

Lo stesso percorso è stato utilizzato dal 2015 per la creazione di bisogni degli sport invernali e relativa domanda alfine di alimentare i consumi in alcune province con oltre un centinaio di strutture (impianti di risalita e strutture recettive). Prima, i pochi appassionati si muovevano sulle piste del Giappone, del Canada e delle Alpi.

Attualmente, considerando anche quelle rinnovate, si hanno 770 strutture per arrivare a 803 se si ricomprendono quelle coperte presenti nelle grandi città, 654 piste di pattinaggio e numerosi percorsi per snowboarding per un giro d’affari annuale stimato entro il 2025 in 130 miliardi di euro mentre ora è su di un livello di circa 60 miliardi.

Si parte dall’abbigliamento sportivo di brand internazionali con un forte recupero di quelli nazionali già dominanti nello sportswear tradizionale: Anta Sports e Bosideng in joint venture con la tedesca Bogner sono alcuni degli sponsors di queste Olimpiadi.

Oggi, le vetrine di Decathlon espongono in bella vista l’abbigliamento da montagna; attraverso Taobao e J.D. si possono poi comprare attrezzature base ad un prezzo che varia tra i 500 ed i 1.400 euro. Poichè per due anni ancora o forse più le frontiere cinesi saranno chiuse, in una visione turistica della  “dual circulation”, si consolideranno due poli di attrazione: Hainan per le destinazioni subtropicali e il nord della Cina a partire dai luoghi dove si svolgeranno le Olimpiadi.

L’obiettivo è di incoraggiare ad intraprendere questi sport invernali almeno 300 milioni di cinesi e questo dato pare già superato, secondo le informazioni del NBS (Istituto Nazionale di Statistica); una parte importante è riservata ai bambini. In molte Prefetture dove sono presenti gli impianti vengono organizzati corsi durante il fine settimana, molti dei quali sono gratuiti.

Un istruttore di sci che opera allo Ski Resort di Dazhai, località situata nella provincia autonoma dell’Inner Mongolia, sostiene che: "Lo sci richiede coraggio e forza per affrontare il freddo ed i pendii. Lo sci è lo sport giusto per i bambini per sviluppare queste qualità". Concetti correlati all’educazione scolastica soprattutto se si analizzano le attività fisico-sportive.

Come per tutte le novità servono poi i mezzi e gli strumenti per realizzarle ed in questo caso le imprese italiane - TechnoAlpin per i cannoni della neve artificiale e Prinoth per le macchine battipiste - fino ad ora hanno potuto beneficiare di questo momento favorevole e del fatto che la Cina è notoriamente un Paese povero di neve, per il clima eccessivamente secco, al nord.

Ma è sempre in agguato il sentimento nazionale ed un altro istruttore sostiene che: "Noi siamo carenti di esperti nella produzione di gatti delle nevi e di altri macchinari, così pure di tecnici. Ma adesso possiamo idearle e costruirle da noi stessi".

Lo scorso 20 gennaio, lo State Council ha diramato il programma per il 14° Tourism Development Plan dove vengono instradate le linee guida per il prossimo sviluppo del turismo in Cina.

Si parte dall’assunto che "i concetti dello sviluppo turistico devono essere implementati alfine di meglio soddisfare i bisogni derivanti dal consumo del turismo di massa. Nel periodo di durata del Piano il Paese entrerà completamente nel turismo di massa ed il mercato domestico si svilupperà in maniera significativa". (Estratto dal documento menzionato)

Vengono anche chiariti gli scopi del turismo di massa in relazione all’ambiente e alle scoperte di nuove località declinando poi alcune aree e, nel nostro caso, Sport Cultural Tourism belt, la cintura Pechino Zhanjiakou, quest’ultimo luogo di nascita della prima ferrovia in Cina.

Gli sport invernali saranno abbinati al turismo ecologico nell’area nord-orientale del Paese: ovvero un dopo inverno olimpico di neve e ghiaccio con un tratto di influenza occidentale.

Il tutto si racchiude nell’obiettivo per la Cina di "diventare un centro di potere del turismo mondiale alfine di promuovere armonia, civiltà e prosperità in casa mentre dovrà proiettarsi all’estero una sorta di soft power per attrarre in futuro i turisti stranieri" (documento citato).

Appare evidente la venatura ideologica che, ancora una volta, quale narrazione conclusiva, ha l’ambivalenza del fronte domestico e di quello internazionale. (riproduzione riservata)

*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni


Chiudi finestra
Accedi