Tre grandi gruppi cinesi, leader mondiali nei rispettivi settori, Tencent, Catl e Cosco, sono fra le società cinesi inserite dal Pentagono nella black list per presunti legami militari. Tencent è il gestore tra l'altro, della piattaforma di comunicazioni più diffusa in Cina, Wechat, oltre che un conglomerato tecnologico con pochi concorrenti l mondo, Catl è il principale produttore mondiale di batterie per auto elettriche, Cosco è tra le maggiori shipping company a livello globale.
Nella nuova black lista del Pentagono compiano anche aziende minori ma non meno significative, tra cui il produttore di chip ChangXin Memory Technologies, il produttore di droni Autel Robotics e il produttore di apparecchiature IT Quectel Wireless Solutions.
Cosco era da tempo in black list, con la motivazione che traghetti del gruppo, insieme a quelli di altre società commerciali, hanno partecipato alle esercitazioni militari dell'Esercito cinese intorno a Taiwan. Inoltre la società controllata dallo stato avrebbe costruito nuove imbarcazioni secondo standard militari con capacità sufficiente per trasportare truppe e veicoli blindati attraverso lo Stretto di Taiwan.
Il rinnovo della black list è un segnale chiaro degli Usa di contrastare l'ascesa della Cina come superpotenza militare. L'etichettatura come "aziende militari" non comporta sanzioni immediate, ma ostacola la normale prosecuzione delle attività commerciali con il mercato statunitense. In base al National Defence Authorization Act del 2024, infatti, al Dipartimento della Difesa sarà precluso l'acquisto diretto di beni o servizi dalle società e dagli enti presenti nella lista nera a partire da giugno 2026. Il divieto vige anche sugli acquisti indiretti a partire da giugno 2027.
Le azioni di Tencent, il maggior gruppo cinese per capitalizzazione di mercato, 3,5 miliardi di dollari di Hong Kong, quotate negli Usa hanno chiuso lunedì in ribasso del 7,8% dopo la notizia e sono scese con lo stesso ritmo nelle negoziazioni di Hong Kong martedì.
Le azioni di Catl sono scese fino al 6%, il più grande calo da tre mesi. Il gruppo è, tra l'altro, un importante fornitore di Tesla e detiene una quota di mercato globale delle batterie per veicoli elettrici di circa il 38%.
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha descritto l'elenco come un modo per contrastare quella che definisce la «strategia di fusione militare-civile» della Cina, che rafforza la modernizzazione dell'esercito con tecnologie avanzate che provengono da aziende cinesi, università e programmi di ricerca sotto le vesti di società a scopo civile.
Gli Stati Uniti hanno imposto più cicli di controlli sulle esportazioni per limitare la capacità della Cina di creare un'industria avanzata dei semiconduttori e rendere più difficile per Pechino sviluppare un'intelligenza artificiale a uso militare.
Per contro, Pechino ha rafforzato i controlli sulle esportazioni. A dicembre ha vietato le spedizioni negli Stati Uniti di alcuni minerali e metalli utilizzati nella produzione di semiconduttori e hardware militare.
Essere aggiunti alla lista nera delle aziende militari cinesi del Pentagono non ha conseguenze legali dirette e non comporta sanzioni. Tuttavia, comporta rischi per la reputazione. L’inserimento di Tencent all'elenco «è chiaramente un errore», ha spiegato il gruppo cinese. «Non siamo un'azienda militare o un fornitore... collaboreremo con il Dipartimento della Difesa per risolvere qualsiasi malinteso».
A sua volta Catl, che ha collaborato con Tesla e Ford per concedere in licenza la sua tecnologia di produzione delle batterie alle fabbriche negli Stati Uniti, ha definito a sua volta l’inclusione nella lista «un errore». (Riproduzione riservata)