Il London Metal Exchange ha sospeso questa mattina le contrattazioni sul nickel, dopo il balzo nelle scorse ore del 111% che ha messo in difficoltà una controllata della banca cinese. Il metallo è fondamentale per creare l'acciaio e le batterie elettriche.
La presenza di un debito in crescita è alla base del deterioramento del rischio sovrano di Pechino (da 44 a 48), assieme agli eventi di default che hanno interessato alcuni importanti gruppi immobiliari cinesi negli ultimi mesi del 2021.
Per la stampa economica della Repubblica popolare, il Cross-border interbank payment system (Cips), il sistema di pagamento sviluppato nel 2015 da Pechino nell'ambito delle iniziative delle nuova Via della Seta, non ha la capacità di sostituire il sistema belga.
L'operazione è congelata fino alla prossima udienza del 10 marzo con gli obbligazionisti delle società in default controllate dal venditore Future Enterprises che hanno fatto valere il diritto di imporre alla società di non diluire la sua partecipazione nella joint venture assicurativa
La start-up ha chiuso un aumento di capitale da 215 milioni di dollari, il terzo in un anno, che porta la raccolta totale a 410 milioni e le riconosce una valutazione superiore al miliardo
Nel terzo trimestre dell'anno scorso, terminato il 31 dicembre, il giro d'affari è terminato a 38 miliardi di dollari con un più 10%, ma gli utili sono scesi del 74% a 3,2 miliardi di dollari. Rallenta la crescita in Cina e aumenta nel resto del mondo. Le attività commerciali della società in Cina contavano circa 882 milioni di consumatori attivi annuali alla fine dell'anno, con un aumento trimestrale di circa 20 milioni.
Con un investimento intorno a 200 milioni di euro, la banca italiana ha rafforzato la presenza nel capitale del partner cinese con cui ha avviato un'attività di wealth management che attualmente ha fondi in gestione per 100 miliardi di euro. Dentons, con il partner Junyi Bai, ha fatto da consulente legale
La Camera di commercio Italia in Cina e l'Economic Development Board di Singapore hanno siglato un accordo biennale per promuovere gli investimenti diretti esteri tra i due Paesi.
Il produttore di yacht potrebbe approdare sul listino tra il secondo e il terzo trimestre dell'anno. La raccolta servirà a sviluppare nuovi modelli e lavorare sui fornitori. Il gruppo di Ravenna è controllato all'86% dalla holding cinese Weichai, che 10 anni fa l'ha salvato dal fallimento
L'operazione è la prima in Cina nell'ambito della Push Strategy. Il finanziamento assicurato da Bpm e Hsbc da 150 milioni sarà finalizzato a incrementare gli acquisti del gruppo cinese, leader mondiale nella produzione di poliestere, in Italia per i prossimi anni. Secondo Sace l'export italiano in Cina potrebbe arrivare a 15 miliardi di euro nei prossimi due anni
Gli investitori che vogliono diversificare i loro portafogli globali dovrebbero certamente prendere in considerazione la Cina, dato che i responsabili politici stanno tracciando un percorso diverso dalle loro controparti occidentali. È quanto scrivono gli analisti di abrdn in occasione del Capodanno cinese
Il ceo Carlos Tavares vuole salire al 75% della jv con Guangzhou Automobile Group avviata nel 2010 in cui finora era al 50%. L'operazione è fondata sullo sviluppo della Jeep in Cina dove è in preparazione il lancio della nuova Compass. Intanto il manager lavora con Foxconn sull'auto a guida autonoma
È la prima compagnia a sfruttare la recente apertura alle partecipazioni azionarie di aziende straniere. Aumentata la presa sia nella joint venture con Future nel ramo danni, arrivata al 74%, con un'operazione da 145 milioni, sia in quella Vita dove entro il 2022 salirà al 71%
Tra Fed falco, pandemia e rischi di stagflazione o slowflation, i fondi globali stanno allocando più capitale nei mercati azionari e obbligazionari del Dragone. E anche lo yuan si è rafforzato. Il quadro macro è peculiare tra le economie emergenti e non solo, con un'inflazione contenuta e politiche fiscale e monetaria accomodanti a sostegno della crescita
Parte la cooperazione strategica tra i due studi. La scala dell'operazione è data dai numeri. Fondata nel 2001, Yingke conta 12mila addetti e 103 uffici con una rete capace di coprire 83 Paesi. Grimaldi, a sua volta, è presente a Milano, Roma, Bari, Parma, Napoli, Verona, Torino, Bruxelles, Londra, Lugano e New York, e vanta 1.500 professionisti, coprendo 70 giurisdizioni in tutto il mondo.