Con un programma finanziato da 5 milioni di fondi europei i produttori di Gorgonzola e Asiago, oltre che di Grana padano e Parmigiano, puntano a fare un salto di qualità nelle vendite in Asia. Prima verifica, dopo l'entrata in vigore dell'accordo Ue-Cina, sulla protezione di 100 specialità doc e dop, di cui 26 italiane, sarà la fiera di Shanghai del 20 maggio prossimo
Secondo Coldiretti, su dati Istat, l'aumento è stato di oltre il 20% nel 2020, e, in valore assoluto, è stata superata la soglia del mezzo miliardo di euro. Il trend dovrebbe essere positivo perché da ieri è in vigore l'accordo Ue-Cina sulla tutela in Cina dei prodotti doc europei, di cui 26 italiani, soprattutto vini e formaggi, ma anche grappa e bresaola
Dalla provincia cinese arriva in Italia la salsa di pomodoro concentrata che poi viene rivenduta in Africa e Medio-Oriente, denuncia un quotidiano di Hong Kong. La Germania fa affari d'oro con i macchinari per l'industria tessile. Il cotone è un altro dei pilastri in crescita dell'economia dello Xinjiang, che si difende numeri alla mano, dalle accuse di sfruttare il lavoro minorile e delle minoranze
Secondo l'Ice il mercato presenta una forte componente di complementarità con l'offerta tecnologica italiana, non solo per quanto riguarda i macchinari, ma soprattutto per le soluzioni offerte in tema di ottimizzazione dell'uso delle risorse (acqua, terreno, coltivazioni) e per la riduzione degli sprechi durante la coltivazione e nel post raccolto
Pierluigi Bolla, presidente dell'azienda vinicola trevigiana, uno dei maggiori produttori di prosecco, 65 milioni di fatturato nel 2020, spiega le strategie commerciali verso Europa dell'est e Asia. Che puntano soprattutto sull'e-commerce, ma anche sugli wine bar
Il dato è relativo al primo semestre dell'anno scorso. Secondo Gianpaolo Bruno, direttore Ice a Pechino, che sta lavorando sui protocolli per nuovi prodotti, si può fare molto di più. Intanto al McFrut di Cesena, in programma a settembre, si prepara un mega padiglione Cina
Il dato emerge dall’analisi di Nomisma per la Piattaforma Ita.Bio. lattiero-caseari (in primis latte per l’infanzia), baby food, ma anche carne e derivati assieme a pasta e prodotti da forno sono le categorie per cui i consumatori cinesi cercano le garanzie del bio e quelle su cui l’italianità è un valore aggiunto.
A inizio gennaio il gruppo chimico vicentino ha intanto annunciato l'apertura di un impianto produttivo in Cina, il primo della società al di fuori dei confini italiani, il cui cantiere era stato aperto a fine 2019.
L'azienda americana, che già distribuisce in Cina attraverso le grandi catene retail e nei ristoranti Starbucks e Kfc, inaugurerà un impianto produttivo nello Zheijang e ha già previsto di costruirne un secondo. Ma anche aziende locali a Hong Kong e Shenzhen si sono attrezzate per sostituire la carne di maiale e quella di pollo. È una svolta storica nei consumi? Con quali conseguenze?
La soluzione sviluppata da Adiacent,del gruppo Var, ,è diventata uno strumento di promozione delle etichette del made in Italy in Cina. Wine to Asia, l'iniziativa di Vinitaly (Veronafiere), la ha adottato come piattaforma digitale ufficiale. Il digitale legato all’incontro fisico B2B è quello che le aziende chiedono
Sono scattati dazi fino al 200% sul prodotto australiano, il più importato in Cina. E ora Pechino, primo produttore mondiale di vino, vorrebbe incentivare il consumo di vino nazionale, puntando a raddoppiare le coltivazioni entro il 2025. Può essere un'opportunità per i produttori esteri di qualità
La Cina, in attesa di ristrutturare i propri allevamenti dopo la peste suina che ne ha decimato la popolazione di maiali, prosegue il massiccio approvvigionamento estero (+ 91.73% a ottobre del 2020)
Il caseificio della famiglia vicentina che produce in Boemia e Brasile, oltre che in Italia e Cina sta puntando molto sui mercati dell'Estremo Oriente e in particolare quello del Dragome che è il più grande importatore mondiale di prodotti lattiero caseari. In Asia esporta in India, Kazakistan, Thailandia, Giappone oltre ad Australia e Nuova Zelanda
I superdazi, 200%, che da ieri colpiscono i vini australiani importati in Cina, leader assoluti di mercato davanti a quelli francesi e cileni, apre nuove possibilità per il prodotto italiano. Purché venga superato il collo di bottiglia della distribuzione. L'e-commerce può essere una carta importante da giocare. Intanto Vinitaly fa proseliti a Shenzhen il 20 e 21 novembre
I termini finanziari non sono stati resi noti, ma si parla di un'operazione da oltre 500 milioni di euro. L'azienda di Atessa (Chieti), fondata da Giovanni Natale, offre un portafoglio completo di colture nel settore biologico con una posizione di leader di mercato nei biostimolanti e nelle specialità nutrizionali.